Supporto durante i percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita

 “Riguardo alle cose umane, non ridere, non piangere, non indignarsi, ma capire”. B. Spinoza

Spesso la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) non rappresenta una scelta ma l’unica possibilità di avere un figlio, di negare e superare il limite biologico posto dalla sterilità. L’intolleranza del limite conduce quindi alla ricerca di un medico che sia il migliore, favorisce l’attesa di soluzioni onnipotenti e alimenta atteggiamenti di dipendenza e di delega impedendo alla coppia di assumersi fin da subito la responsabilità della propria scelta.

L’idea del concepimento diviene spesso un’ossessione, per cui le sensazioni di benessere o malessere vengono sempre associate allo stato gravidico o al fallimento della terapia. Il periodo di attesa che va dall’inizio della tecnica al giorno della risposta tende quindi a caricarsi di molte tensioni emotive. Considerando l’invasività delle tecniche di PMA, è comprensibile che molte donne vivano questa fase con grande ansia e depressione e abbiano l’esigenza di sostegno da parte del partner e della famiglia, ma anche del personale medico e psicologico. È importante ricordare che sono già state provate da una diagnosi di sterilità che ha segnato, probabilmente in modo indelebile le loro vite. Così come per la donna, anche per l’uomo il percorso di una PMA è difficile ed emotivamente stressante, anche se in modo diverso dalla propria compagna.

E’ comprensibile quanto sia difficile accettare la propria impossibilità a procreare, ma il rischio di un accanimento terapeutico è quello di logorare il proprio fiscio, la propria mente e l’equilibrio della coppia in un susseguirsi di tentativi vani.

Questo tipo di consulenza ha lo scopo di dare sostegno nelle situazioni di stress, attivando le risorse interne del paziente o della coppia e favorendo l’elaborazione di nuove strategie per gestire al meglio le difficoltà. Lo stress è causato dalla frustrazione del naturale desiderio di un figlio, ma anche dalla pressione sociale o familiare intorno alla genitorialità o dal rischio che il trattamento fallisca. Il trattamento in sé, inoltre, è spesso causa di stress aggiuntivo. Situazioni specifiche di stress sono tipicamente:

*  quelle in cui è necessario prendere rapidamente delle decisioni in merito al trattamento,

*   i periodi di attesa del risultato del test di gravidanza,

*  i giorni successivi al fallimento di un ciclo di trattamento,

*  le occasioni di conflitto date dal dover decidere se interrompere o meno il trattamento

*  l’elaborazione della rinuncia definitiva.

La consulenza psicologica ha lo scopo di creare uno spazio emotivo che permetta accoglienza, ascolto, contenimento e sostegno per la coppia che si sottopone alle tecniche di fecondazione assistita. E’ importante per i pazienti comprendere l’iter terapeutico delle tecniche di PMA, il senso che ha per loro il sottoporsi ai vari esami, la fatica e l’imbarazzo di dover “rendere pubblici” argomenti privati legati ad una sfera più che mai intima e delicata. Tutto questo è sicuramente facilitato da un clima di ascolto e contenimento che si crea in terapia e permette l’acquisizione di strumenti per affrontare le possibili difficoltà che si possono presentare durante il trattamento medico.

Il sostegno psicologico permette alla coppia di recuperare quell’integrità psico-corporea spesso compromessa dalla prova dell’infertilità e dal suo trattamento. Durante la PMA vi è infatti una quota di emotività che resta sommersa salvo poi emergere violentemente nei momenti critici creando situazioni di difficile gestione. La possibilità di esplorare i propri vissuti emozionali, quali tristezza, rabbia, ripercussioni sulla relazione di coppia e di riconoscerli come normali e comuni, permette un più consapevole atteggiamento nei confronti della terapia e dei medici, una responsabilizzazione del paziente e uno strumento per affrontare gli eventuali fallimenti.

 La psicoterapia contribuisce a realizzare un modello di cura che comprenda maggiore attenzione alle esigenze personali ed emotive del paziente e lo renda più partecipe del suo percorso di cura. L’intervento dello psicologo è quindi mirato a:

  • favorire il processo di accettazione, adattamento e reazione alla patologia, favorendo la relazione terapeutica con tutta l’equipe curante;
  • a sostenere la coppia sul piano emotivo;
  • sostenere la coppia nel corso dei trattamenti di fecondazione assistita;
  • minimizzare l’impatto degli eventi medici (frequenti visite, ecografie, esami clinici; applicazione delle tecniche di procreazione medicalmente assistita) e fisici (derivanti dalla assunzione dei farmaci utilizzati per l’induzione farmacologica dell’ovulazione, come la possibile comparsa di dolore in sede ovarica e la tensione addominale; da esiti di interventi chirurgici o di tecniche di procreazione assistita) che la coppia deve affrontare;
  • aiutare le coppie a confrontarsi sul significato della frustrazione provata per la difficoltà ad avere un figlio.

Infine il supporto psicologico può risultare molto importante nei casi di fallimento delle tecniche di PMA affinchè ci sia un esperto che possa guidare le persone nella rielaborazione delle proprie aspettative in relazione alla condizione di coppia.