Quarantena per coronavirus: tortura o opportunità?

Come è comprensibile, non c’è una risposta univoca, perché ognuno vive nella propria casa (e dentro se stesso) una realtà diversa… proviamo a vedere le principali caratteristiche di questo periodo…

Sono saltate le abitudini, i confini non ci sono più, se si litiga non si può più aprire la porta e andare a farsi un giro, si continua a condividere la stessa casa. Chi sente di avere la casa troppo vuota, chi invece troppo piena. Chi non sopporta più il silenzio della solitudine e chi pagherebbe per averne un po’. Chi ha dovuto rinunciare ai suoi hobby e chi se n’è creato di nuovi, chi ha “solo” un cucciolo e vorrebbe una famiglia e chi darebbe via tutta la famiglia per un cane o un gatto.

C’è chi sta pulendo e cucinando con piacere perché nelle settimane normali non trova mai il tempo o la voglia e chi già lo fa tutti i giorni e ora si è stancato di farlo h24 senza aiuti in casa.

C’è chi (nonostante i normali problemi) ha creato una bella famiglia e chi la odia la famiglia che si è creato, rimpiange altre cose, preferirebbe vivere con estranei. 

C’è chi ritrova nel partner qualcuno con cui ridere e con cui progettare il futuro e chi si chiude in bagno per scrivere all’amante. Chi riscopre tempo prezioso con i propri figli e chi dopo un po’ non li sopporta più e li darebbe in affido (temporaneo s’intende). 

C’è chi ha scoperto nuovi talenti, nuove passioni e chi sente di aver perso quelli che aveva, sente vuoti profondi di abitudini, di persone, di rituali…

Siamo tutti sospesi, in un momento che a tratti ci sembra irreale, e questa sospensione ci fa contattare tante cose…

Vuoti che prima riempivamo con altro e che ora non ci è permesso fare.

Ansie prima sedate da distrazioni, che esplodono tutte insieme. Bollettini medici continui che ci fanno stare in allarme, che ci preoccupano, ci stringono il cuore, ci fanno soffrire.

Molti hanno chiuso le loro attività, alcuni per questo tempo, altri forse con danni ancora più gravi… e questo ci stressa, ci angoscia, fa crollare le piccole certezze che ci eravamo creati. Non siamo in vacanza e comunque anche lì ho notato in questi anni di lavoro, che il ritorno dalle vacanze estive è il momento in cui ricevo più richieste di consulenze… sapete perché?

Perché è il momento in cui la piccola realtà che ci circonda ci appare davanti agli occhi in tutta la sua chiarezza, chi siamo davvero noi e chi sono gli altri che abbiamo intorno…

Aumentano i litigi tra mariti e mogli, ci si esaspera se si passa troppo tempo con i bambini… i nonni sono a loro volta in quarantena e non possono essere di aiuto, le scuole sono chiuse, non si può uscire… è come se fossimo dentro ad un enorme “grande fratello”  senza aver chiesto di partecipare, senza un compenso alla fine, e soprattutto consapevoli che non è un gioco. Ma la sostanza non cambia, ci si sente leoni in gabbia. 

Ognuno vivrà questa quarantena a modo suo, ognuno alla fine potrà scegliere se cercare di capire in questo tempo sospeso cose su di sè oppure no. Ognuno trarrà le sue conclusioni. Per alcuni saranno lievi, per altri potrebbero essere drammatiche. E non è strano perché la risposta ai traumi è frutto dell’interazione di molti fattori, come diceva John Briere (uno dei grandi esperti di traumatologia) questa risposta dipende da queste variabili: il tipo di evento stressante, le variabili della vittima, la risposta soggettiva all’evento stressante, il supporto e le risorse sociali. Da questo intreccio escono le vite di tutti noi davanti agli eventi che ci “potrebbero traumatizzare”.

La cosa davvero importante a questo punto è chiedere aiuto se davvero l’insofferenza e il disagio che provate si fanno seriamente profondi e insopportabili. Se siete già in terapia, parlatene con il vostro terapeuta, se avete sospeso il percorso per questo momento e riprenderete dopo, scrivetevi quando sta avvenendo , quello che provate, pensate, sentite, sono cose dolorose ma preziosissime (ai miei pazienti lo ripeto continuamente, tutto quello che vi capita è prezioso non lo perdete).

Chiudere gli occhi e farci sordi a quando viviamo non farà altro che esasperare queste sensazioni facendoci esplodere o implodere.

Infine ci sono sensazioni ed emozioni sane, al di là di tutto quello che vi ho già detto, vissuti comuni a tutti noi. Siamo più sensibili, sentiamo la vulnerabilità umana, la fragilità, l’impotenza e sperimentiamo l’incognita… a queste cose reagiamo  tutti in modi diversi: chi piange, chi si congela, chi si incazza, chi polemizza, chi esaspera problemi che aveva già e li vede irrisolvibili, chi si vittimizza, chi si sente fuori dal mondo, chi se lo sente sulle spalle quel mondo, chi trova forze che non pensava di avere, chi impara la resilienza, chi vede nuove prospettive di crescita…

Qualsiasi sia la vostra risposta o le vostre risposte (le reazioni potrebbero variare da un giorno all’altro e da qualche ora all’altra) ascoltatele, non scappate, non le evitate, hanno sicuramente da insegnarvi qualcosa. 

Prendetevi cura di voi, come avete imparato a fare, chiedete aiuto se non sapete farlo. È un’esperienza che ci lascerà inevitabilmente cambiati, sta a noi scegliere se in meglio o in peggio.